Perché

A me piace leggere, scrivere e correre. Ultimamente riesco a scrivere solo racconti o considerazioni legate alla corsa. E cerco di scovare racconti o romanzi legati in qualche modo alla corsa. E, appena posso, corro. Speriamo non sia grave.

giovedì 12 aprile 2012

Sorpresa dopo l'uovo di Pasqua (un’altra riflessione sull’alimentazione)

Dopo il pranzo pasquale, uovo benedetto compreso, ho approfittato del bel tempo e ho convinto mia moglie a farmi compagnia per un breve giro alle Cascine, io a corsa, in bici lei (qualcuno potrebbe obbiettare che una tranquilla passeggiata poteva essere una scelta più azzeccata: il mondo è bello perché è vario, ripeteva mia madre...).
In realtà volevo provare le scarpe nuove ma questo non è il tema della riflessione (anche se sono bellissime, ma ne ho già parlato abbondantemente altrove: La scarpetta di Cenerentola).
Il tema della riflessione è invece (di nuovo) l'alimentazione (si vede che penso spesso al cibo).
Torniamo all'inizio, al pranzo pasquale. Ho mangiato lautamente: dopo il consueto uovo sodo, ovviamente benedetto, antipasto a base di salumi toscani, tortellini al ragù, ripresi più volte, stracotto e coniglio arrosto con contorno di patate arrosto e spinaci saltati in padella (secondo piatto mangiato con moderazione, senza insistere). Fragole al vino (non le mangiavo così da almeno vent'anni, un ricordo di bambino), qualche bigné, il tutto accompagnato, come si suol dire, con un bicchiere di vino rosso e un po’ di spumante a finire, senza scordarsi di saggiare le svariate uova di cioccolato che sono state aperte in cerca di deludenti sorprese, caffè (un ringraziamento particolare a mia sorella Paola per la tradizionale prestazione culinaria). Niente ammazzacaffè: stavo bene così.
Tornato lietamente a casa, mi sono vestito (o meglio: spogliato) e nella brezza freschina del dopopioggia, con il sole che ancora illuminava il pomeriggio sono partito.
Embè? L’hai presa alla lontana, direte voi. Volevo solo contestualizzare e ricondurmi ai fatti per poi fare delle considerazioni.
Un altro fatto è che, a digestione ultimata (quando sono partito erano passate più di tre ore dal lauto pasto) ero così energetico che sono riuscito a correre 10km "a palla" senza alcun cedimento, nessun rallentamento, stabilendo il mio personale sulla distanza e quando ho finito ero stanco ma non distrutto.
Ho allora realizzato che non è la prima volta che nel tardo pomeriggio, magari dopo un riposino post-prandiale (in congiunzione con una temperatura opportuna) riesco in prestazioni superiori a quanto non riesca a fare la mattina prima o dopo colazione.
E allora?
Allora pensavo che, per esempio, tra le due scuole di pensiero: "colazione leggera ravvicinata" o "colazione più abbondante ma anticipata", forse varrebbe la pena di indagare meglio gli effetti della seconda. 
Lo so che quando si tratta di una gara c’è da considerare anche il fattore nervoso che influenza tutto, non solo la prestazione ma anche la digestione stessa, però domenica prossima, prima della mezzamaratona di Firenze, voglio provare a fare una colazione più consistente.
Per esempio Fulvio Massini (Rizzoli, 2012) suggerisce due fette di pane integrale con miele o marmellata (carboidrati a basso indice glicemico +  carboidrati a alto indice glicemico) oppure due fette di pane integrale con la bresaola (carboidrati a basso indice glicemico +  proteine) un paio di ore prima. Voglio provare il panino con la bresaola (che peraltro mi sono abituato ad alternare alle colazioni "dolci" e che mi piace molto) e vedere come reagisco, non solo come prestazione ma anche come necessità di nutrirmi durante la gara (di solito su una mezzamaratona, in gara, verso il 14-15° km comincio a vedere il cielo più scuro e devo aggiungere zuccheri).
Se ne riparla domenica. Dopo.

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