Perché

A me piace leggere, scrivere e correre. Ultimamente riesco a scrivere solo racconti o considerazioni legate alla corsa. E cerco di scovare racconti o romanzi legati in qualche modo alla corsa. E, appena posso, corro. Speriamo non sia grave.

lunedì 8 ottobre 2012

Cosa penso quando corro la maratona


Non intendo cosa penso in ogni momento durante una maratona, quello lo posso sapere solo a posteriori, dopo averla corsa e riportando più fedelmente possibile quello che mi è passato per la testa, durante quelle quattr'ore e quei quarantadue chilometri (come per altro ho cercato di fare in una serie di una quindicina di post dedicati al racconto chilometro per chilometro della maratona di Firenze del 2010).
No, intendo quello che vorrei pensare, in modo da evitare errori come quello occorsomi alla maratona di Roma dello scorso marzo, quando, tutto concentrato su cosa avrei dovuto fare dal trentesimo chilometro in poi, mi scordai il primo "pasto" programmato (anche di questo ho parlato diffusamente nel post Maratona fallita: una lezione (e elaborazione di un lutto)).
Sii presente a te stesso, mi ripetevano durante l'addestramento militare, e di tanto in tanto me lo ripeto tuttora quando mi accorgo che mentre la sera sono a teatro mi accorgo che sto ancora rimuginando a cosa avrei dovuto dire alla riunione del pomeriggio appena passato. Stay focused, stare concentrati a quello che sto facendo in ogni momento (hic et nunc, qui e ora). Concentrati sempre, sì, ma non necessariamente nello stesso modo. Mi spiego meglio: le gambe devono andare possibilmente a una velocità costante, non voglio entrare in questioni di strategia di gare, “negative split” eccetera, ma facciamola semplice: decido prima della partenza l'andatura che sarò (o vorrei essere) in grado di tenere per l'intera gara e cerco di mantenerla. Il corpo tutto deve supportare le gambe. E la mente deve essere in armonia con tutto il corpo, permettere di avvertire ogni disallineamento, percepire ogni allarme, ogni messaggio e apportare le correzioni all'uopo, siano esse fisiche (rallentare, aumentare, fermarsi, muovere di più le braccia, respirare più ritmicamente) o psicologiche (quel dolorino alla caviglia sinistra tra un po' passa, è normale essere stanco dopo trenta chilometri ora tiri fuori il meglio di te, ce-la-sto-fa-cen-do!, ce-la-sto-fa-cen-do!, manca poco ormai, e tutte gli incoraggiamenti che abbiamo sperimentato durante le gare e i lunghissimi precedenti).
Però sono fortemente convinto che il tipo di concentrazione mentale non debba essere "costante" come il nostro passo. Anzi. E torno all'esempio del mio errore di Roma: essere concentrato su cosa avrei fatto dal trentesimo chilometro non sarebbe, in sé, stato un errore, se mi fossi trovato intorno al trentesimo chilometro!...
Ho cercato allora di decidere quali sono per me - si tratta chiaramente di scelte assai soggettive - gli atteggiamenti mentali che si adattano ai vari momenti e per fare ciò ho diviso la corsa in tratti significativi, che possono essere d'aiuto e di riferimento durante la corsa stessa. Mi riservo il diritto di raffinare questa strategia con delle ulteriori suddivisioni.


0-10km: Eeeh, toro!
Mia madre mentre, alla guida della sua Fiat 127, stava frenando, era solita dire: eeeh, toro! era come dire Fermati! alla macchina, ma in modo affettuoso. E io devo frenare perche' sicuramente sarò partito troppo forte, è inevitabile alla partenza. E poi rilassarmi, anche guardarmi intorno fa bene per abbassare lo stress della partenza. Di solito fino a quattro o cinque chilometri soffro e mi stupisco della mia sofferenza: siamo solo all’inizio! ma verso l’ottavo-decimo chilometro comincio a sentirmi meglio. Bene così.

11-20km: Feel it!
Avvertire il proprio corpo, regolare la carburazione, verificare che tutto vada bene. Soprattutto: mangiare prima della prima ora, anche se non ho fame: in gara non mangio per fame, mangio per evitare un brusco calo di zuccheri che mi farebbe vedere tutto scuro, tutto brutto, prima di rendermi conto che si tratta di un calo di zuccheri.

21-30km: Concentrazione!
Ho passato la metà ma non devo pensare che ne mancano altrettanti. Concentrarmi sul movimento, sulla respirazione, mantenere tutto nei parametri regolari. Sono un paio d’ore che corro, ovviamente posso essere un po’ stanco ma niente di che, però non bisogna farsi deprimere. Hai mangiato? Mangia!

31-40km: Hic sunt leones.
Qui non si sa cosa ci sia, bisogna procedere amministrando saggiamente le energie rimaste. Ogni caloria persa potrebbe rivelarsi più tardi come uno spreco irecuperabile. Lo stesso vale per la muscolatura, con i crampi che, si dice, “vanno gestiti”. Sarà, per me quando sento anche solo l’inizio di un possibile crampo è il panico!... E poi, guai a chiamarlo “muro”, però a un certo punto qualcosa si incrina, hai voglia tu di spiegarti che il glicogeno è finito e che si deve cambiare combustibile: intanto il motore tossisce e la macchina va a scossoni... Resistere, resistere, resistere.

41-42km: Comunque vada sarà un successo
Se sono arrivato qui non mi ferma piu' nessuno, a costo di camminare, ormai ce l'ho fatta. Nessuna strategia  serve più e non sembra neppure che sia servita prima (ammesso che ne abbia applicata qualcuna). Inutile voler pensare qualcosa, ormai non penso più a nulla.

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