Perché

A me piace leggere, scrivere e correre. Ultimamente riesco a scrivere solo racconti o considerazioni legate alla corsa. E cerco di scovare racconti o romanzi legati in qualche modo alla corsa. E, appena posso, corro. Speriamo non sia grave.

sabato 10 novembre 2012

Verso la maratona - Pillola 1: L'allenamento


Dell’allenamento vero e proprio non ho mai parlato, sia perché questo blog non vuol essere un blog tecnico sia perché non mi sento la persona più intitolata a parlare di programmi e tabelle anche se mi piace rifletterci e rielaborarle. Alcuni amici e colleghi mi hanno addirittura fatto l’onore di seguire le mie rielaborazioni (aneddoto gratificante: “il programma che sto seguendo mi piace, impegnativo ma mi dà proprio la sensazione di stare progredendo”; “E dove lo hai preso?”; “Me lo ha passato Luigi”; “Ma allora è quello che gli ho fatto io!...”)

Ormai la preparazione per questa maratona è stata fatta però mi piace ripercorrere alcune linee guida a cui mi attengo: sono arrivato alla conclusione che qualunque programma o tabella, per quanto originale e strano, si possa ridurre a pochi punti fermi che nella sostanza sono gli stessi.

  • L’allenamento per una maratona dura tra i 3 e i 4 mesi (15-16 settimane). Ma dipende anche da limiti congiunturali (vacanze, impegni familiari o lavorativi). Accade spesso che le prime settimane non sia molto osservante, ma 12-13 settimane sono il periodo minimo e bisogna fare sul serio.
  • Limito i miei allenamenti di corsa a tre sedute settimanali, sostanzialmente: un lungo nel fine settimana, un recupero tranquillo e un allenamento di velocità.
  • Almeno due brevi sedute (30'-40') di cross-training alla settimana (prediligo il nuoto, che ritengo abbia contribuito a ridurre al minimo gli infortuni dovuti alla corsa, unito a stretching).
  • I “lunghissimi” partono da 16-20km (a seconda dello stato di allenamento precedente) e usualmente aumentano di 3-4km ogni due settimane. Il finesettimana intermedio lo dedico a un lungo-veloce, anch’esso crescente ma scalato, in meno, di una decina di chilometri.
  • Di solito il mio massimo “lunghissimo” è sui 35-37 chilometri e è collocato a 3 settimane dalla maratona. Recentemente ho verificato che anticiparlo a 4 settimane dalla maratona non ha effetti controproducenti, anzi: la mattina della maratona non riuscivo a ricordarmi neppure quando avessi fatto l’ultimo lunghissimo, e scordarsi la fatica fatta è positivo e ti dà sicurezza, mentre non ho sofferto di mancanza di allenamento (timore spesso irresistibile che ci porta a allenarci più del necessario soprattutto nell’ultimo periodo).
  • Ultimo punto fermo: zero dolori. Al minimo accenno di dolore o fastidio faccio una sosta ai box dove Stefano, fisioterapista e osteopata dalle mani fatate, mi rimette subito a posto. Insieme al nuoto ritengo che questo "eccesso di zelo" mi abbia tenuto fuori da quei fastidiosi infortuni che poi si cronicizzano facilmente (visto che nessuno smette di correre a meno di non avere un arto inferiore ingessato).  
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