Perché

A me piace leggere, scrivere e correre. Ultimamente riesco a scrivere solo racconti o considerazioni legate alla corsa. E cerco di scovare racconti o romanzi legati in qualche modo alla corsa. E, appena posso, corro. Speriamo non sia grave.

mercoledì 21 novembre 2012

Verso la maratona - Pillola 6: l'alimentazione (durante)

Prima di parlare della gara, fermiamoci un momento prima della partenza. Abbiamo parlato della colazione, adesso siamo arrivati sul posto.

Se la situazione lo consente mi piace prendere un caffè prima di lasciare la sacca ma non è detto che ci sia un bar nei paraggi (in ogni caso porto sempre con me una moneta per questa evenienza: attenzione non c’è nella checklist!!).

Dopo aver lasciato la sacca rimango con addosso gli indumenti per la gara e quello che abbandonerò alla partenza e in tasca (o in mano) avrò tre oggetti:
· Barretta tecnica Red Ethicsport
· Bottiglietta con Pre-Gara Endurance Ethicsport
· Pre-Gara Enervit o “fruttino” Ethicsport

Prima di entrare nelle gabbie consumo una Barretta tecnica (Red Ethicsport) accompagnata dal Pre-Gara Endurance della Ethicsport.
Poco prima dello start mangio, come ultimo booster, il fruttino della Ethicsport (o un Pre-Gara della Enervit).

E adesso veniamo alla gara vera e propria.

A scanso di equivoci, o meglio per non aver timore di non avere con me abbastanza risorse, mi porto dietro tre Minipack gel ENERVITENE della Enervit, di quelli piccoli, senza tappo e che si devono strappare per aprire. Non vale la pena preoccuparsi per il fatto che non si possono ritappare perché si possono richiudere con un po’ di accortezza: basta ripiegarli a partire dalla punta aperta, in pratica come un tubetto di dentifricio ma all’incontrario, e poi reinserirli in un taschino: non uscirà niente.
Ultimamente, seguendo il suggerimento di Fulvio Massini ho usato il Pre-Gara della Enervit (o l’analogo fruttino della EthicSport, che è pure più buono) in alternativa al gel e devo ammettere che non ho avuto controindicazioni. Comunque in totale tre oggetti, assortiti come mi va all’ultimo momento.
Tre “razioni” sono troppe, alla fine ne mangerò al massimo due, tenuto anche conto che spesso ne mangio una metà per volta quindi potrei, a ben vedere, mangiare cinque o sei volte. Come ammesso fin dall’inizio, si tratta di una precauzione più psicologica che fisiologica.

Quando mangiare, questo è la questione.

Non quando ho fame: difficile avere proprio fame e poi, se avvertissi fame, sarebbe troppo tardi: accuserei comunque una “mancanza” prima che il gel facesse effetto.
Altro sintomo che voglio assolutamente evitare è un oscuramento del cielo o comunque il passaggio inaspettato di foschi pensieri, del tipo “ma sono già stanco”, “quanto manca? Così tanto?”, “ce la farò?” mentre fino a cinque minuti prima trotterellavo tranquillo e tutto era sotto controllo. Se arrivo a questa tipologia di sintomi mi sono semplicemente scordato di mangiare al momento giusto e, per quanto mi affretti a riparare, ci vorrà un po’ di tempo perché gli zuccheri facciano effetto e nel frattempo devo rassicurarmi che non si tratta di una vera e propria crisi ma sono solo sintomi di qualcos’altro, un semplice calo di zuccheri.
L’ottimo sarebbe mangiare cinque minuti prima di ogni calo. A sapere quando arriveranno!
Statisticamente la raccomandazione sarebbe di mangiare dopo i primi 50’ e poi ogni oretta. Se ho fatto un’abbondante colazione, posso aspettare 12-14 chilometri, ossia passare anche la prima ora, ma è un rischio: non tanto per la performance quanto per l’umore. Perché rischiare? Mi forzo a mangiare verso il 12° chilometro non più tardi.
Poi mi sintonizzerò sui ristori: magari un mezzo mini-pack poco prima del 20°, 25° e 30° chilometro.
Dal trentesimo in poi si va a sentimento: di solito non ne posso più dei gel e mangio volentieri un pezzo di banana o meglio ancora una banana intera (mi piacciono tanto).

Recentemente ho visto un’immagine pubblicitaria di Enervit che riassumeva i momenti in cui mangiare e bere, assegnando ovviamente a ciascun momento un prodotto Enervit. Mutatis mutandis, e tenuto conto dell’arbitrarietà del tutto, mi pare piuttosto allineata con quanto descritto.

Una cosa è certa: dopo la gara, per un po' non ne potrò più di cibi dolci.

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