Perché

A me piace leggere, scrivere e correre. Ultimamente riesco a scrivere solo racconti o considerazioni legate alla corsa. E cerco di scovare racconti o romanzi legati in qualche modo alla corsa. E, appena posso, corro. Speriamo non sia grave.

sabato 1 dicembre 2012

Il "cinque" dei bambini e uno striscione fantastico (ancora sulla maratona di Firenze 2012)

Mi sono riposato un'intera settimana come mi aveva chiesto Stefano dalle mani fatate e come prescrive il maestro Fulvio: niente corsa per una settimana, al più attività alternative come nuoto o bici (io per adesso solo nuoto). 
E non ho neppure scritto niente, a parte il discorso, ancora a caldo dell'esperimento, quasi che avessi paura di intaccare il riposo: niente corsa per una settimana, si è detto! 

Domattina, pioggia permettendo, farò una sgambatina con Emanuele: più chiacchiere che chilometri, questo l'intento.


Due immagini però della scorsa domenica mi sono tornate in mente.

Nonostante che lungo il percorso della maratona di Firenze ci sia tanta gente io sostengo che il tifo non sia molto caldo. Sarà una mia impressione ma ci sono anche alcune giustificazioni: i turisti sono sbalestrati e infastiditi dal fatto che sono ostacolati nelle loro visita e dopo un primo moto di curiosità e simpatia è ovvio che si stufino, i fiorentini che non possono circolare sono diventati bravi a non farsi prendere nella rete e evitano di uscire di casa in auto per quanto è loro possibile, poi nei tratti esterni al centro in una domenica mattina ancora intorpidita non si può pretendere più di tanto. E poi siamo migliaia: se ognuno dovesse continuare a incoraggiare tutti quelli che passano finirebbe ben presto la voce. Quindi mi accontento. Però devo ammettere che stavolta, grazie al bel tempo, c'erano molti bambini, in collo ai genitori, per mano ai nonni: quello che mi ha molto incoraggiato e rallegrato sono state proprio le mani dei bambini tese per schiacciare un morbido "cinque". Più volte ho scartato di lato per poter corrispondere quel "cinque". Grato per quel sorriso e per quel semplice gesto. A loro sarà sembrato di aver fatto una cosa buffa, una sciocchezza, e neppure si immaginano che mi hanno aiutato.

Poi i miei pronipoti (sì, sono come Zio Paperone: ho dei pronipoti!). Già sapere che mi aspettavano verso il ventitreesimo chilometro mi ha dato energia in un momento in cui cominciavo già a avvertire stanchezza. Poi quando ho visto loro due che tendevano uno striscione, manco sono riuscito a leggere bene un po' per la stanchezza e un po' per la contentezza: uno striscione che mi incitava, che si rivolgeva proprio a me! Ho sempre invidiato gli stranieri che venivano a correre a Firenze con famiglia e amici che poi li aspettavano in uno o più punti della città (il percorso involuto si presta molto a intercettare più volte il partecipante con facili spostamenti) con striscioni più o meno vistosi e sempre molto allegri. Li ho sempre invidiati e ora so perché: è bellissimo leggere il proprio nome in lettere giganti e sapere che sei proprio tu, tra le centinaia di persone che stanno correndo in quel momento, la persona a cui è indirizzato quello striscione. Grazie Sofia e grazie Lorenzo!
E l'effetto mi è durato almeno un paio di chilometri: mi tornavano in mente e ridevo tra me e me. Poi è subentrata ben altra crisi ma questo è un altro discorso.

La morale? Che bastano poche stelle a rendere luminosa una notte buia?...

PS: Sofia è proprio l'autrice di quello stupendo tema sulla maratona dell'anno scorso: quel post è stato per molti mesi il più letto in assoluto di questo blog. Il che mi ha anche indotto a riflettere sulle mie capacità scrittorie... 

Nessun commento:

Posta un commento