Perché

A me piace leggere, scrivere e correre. Ultimamente riesco a scrivere solo racconti o considerazioni legate alla corsa. E cerco di scovare racconti o romanzi legati in qualche modo alla corsa. E, appena posso, corro. Speriamo non sia grave.

martedì 9 aprile 2013

Banana al Bois de Boulogne (com'era buona!...)

Punto al quarantesimo, il mio prossimo obbiettivo, la fine della quarta tappa. Sono solo tra a un sacco di gente più o meno spiritata, più o meno sana, nel mezzo di un parco, molti giovani genitori con i bambini ai lati della strada ci incoraggiano: "Siupèr" è la parola che ho sentito dire più frequentemente stamani. 
Al quarantesimo ci sarà il ristoro, lo so che a quel punto mancheranno solo due chilometri alla fine e che non ha senso ma ho assoluto bisogno di mangiare, bere, e camminerò per qualche metro stavolta. 
Ecco il cartellone: "RAVITO 200m"  con una freccia a sinistra. Adorano le sigle e soprattutto le abbreviazioni, i francesi, non solo nel parlare ma anche nella lingua scritta: restaurant diventa resto (che si legge restò), aperitif: aperò, sciences politiques:  scienpò. E qui ravitaillement, ossia rifornimento o ristoro, diviene ravitò... sorrido mentre lo leggo per l'ultima volta. 
Sono lunghi duecento metri, più di un campo di calcio, ma ci arrivo. 
Una lunghissima tavolata è presa d'assalto da famelici individui in brache corte che paiono non curarsi più gli uni degli altri. Arraffo due mezze banane, una piuttosto verde, l'altra ben matura, non mi sono mai piaciute le banane mature, la parte tagliata si è già leggermente annerita stando all'aria, a casa mi farebbe specie. Con l'altra mano strappo a un volontario pietoso una bottiglietta d'acqua. 
Sbuccio la prima mezza banana con i denti e ne mangio un morso: com'è buona!
Acqua. Altra banana. Sto camminando per non versare l'acqua ma soprattutto per godermi qualche secondo di riposo. 
Finita la banana. Devo ricominciare. 
Oramai manca poco, solo due chilometri, niente in confronto ai quaranta appena percorsi. 
Mi pare impossibile essere qui, le gambe sono dure, sono stremato, ma poco fa ero in rue de Rivoli che illustravo a Luigi che quello è Jeu de Paume dove un tempo si vedevano gli impressionisti, là dietro Ladurée dove prendere un tè e mangiare i famosi macarons, e Angelina, la migliore cioccolata in tazza di Parigi, andiamo piano che siamo ai primi chilometri. E ora sono qui, sto per uscire da questi alberi infiniti, là dietro ci deve essere Avenue Foch e tra poco vedrò in lontananza l'arco di trionfo incorniciato dall'arrivo.
Non lo so cosa resterà di questa giornata, di questa fatica, ma quant'era buona quella banana nel Bois de Boulogne. 

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