Perché

A me piace leggere, scrivere e correre. Ultimamente riesco a scrivere solo racconti o considerazioni legate alla corsa. E cerco di scovare racconti o romanzi legati in qualche modo alla corsa. E, appena posso, corro. Speriamo non sia grave.

domenica 15 giugno 2014

‘La corsa’ di John L. Parker (un bel romanzo davvero)

“Il miglior romanzo sulla corsa mai scritto", Runner's World, recita la copertina. Neanche una fascetta: la copertina. Già questo sarebbe bastato a impedirmi l'acquisto se avessi visto questo volume in libreria. Ma io non ho avuto questo problema dato che me lo sono fatto regalare per il compleanno.

Se sia il miglior romanzo sulla corsa che sia mai stato scritto non lo so, per adesso posso dire è un bel romanzo, non un capolavoro della letteratura ma onesto e ben scritto. Certo, dopo aver letto “Born to run” di Christopher McDougall, mi pareva difficile poter leggere un libro sulla corsa che mi piacesse di più.
Non so se mi è piaciuto di più o di meno, ma mi è piaciuto molto. Va detto che sono due oggetti diversi: mentre quello, pur esaltante, era una narrativa comunque di tipo autobiografico, una sorta di reportage, questo invece è un vero e proprio romanzo, un classico romanzo di formazione, con una bella ambientazione e bei personaggi, una storia e un lieto fine.

La trama non ve la racconto, vi dico solo che è ambientato alla fine degli anni sessanta in un'università del sud degli Stati Uniti, con le problematiche politiche e sociali tipiche di quegli anni, oltretutto in una parte del paese non certo progressista, a cui si innesta l'arrivo del professionismo nello sport.
Il tema principale è la corsa, in particolare il mezzofondo: il miglio e corse analoghe, ma avrebbe potuto altrettanto essere il footbal, o uno degli altri sport praticati nelle università americane.

A me ha fatto venire in mente, mutatis mutandis, "Momenti di gloria": quarantant'anni dopo e siamo in un college di secondaria importanza del sud degli Stati Uniti anziché a Cambridge in Inghilterra.
A scanso di equivoci: il film è uscito qualche anno dopo la pubblicazione del libro di Parker e la sceneggiatura non si appoggiava a un romanzo precedente ma è stata sviluppata originalmente per raccontare la vicenda vera di due velocisti inglesi. Quindi è una pura coincidenza e la similarità si limita al fatto di essere ambientato in un college e che si tratti di corsa. E entrambe le storie sono basate su vicende realmente accadute.

Spesso si cerca di tradurre in parole cosa significhi correre, cosa si pensi mentre si corre o cosa si prova mentre si corre. È impossibile ovviamente, come è impossibile trasferire in linguaggio scritto tante altre emozioni o pensieri, però devo ammettere che ci sono alcuni passi in cui sembra di capire cosa il protagonista sta provando nel momento dello sforzo, sia in allenamento che in gara, che sono due situazioni, pur di corsa entrambe, molto diverse.

Purtroppo il titolo italiano, non certo originale, fa pensare più a un manuale che a un romanzo, da cui si capisce il bisogno dell'editore di scrivercelo in evidenza. Il titolo originale, Once a runner, suona meglio però non è detto che una traduzione letterale fosse altrettanto efficace. Neanche la copertina è granché.

In breve: da leggere, di corsa!

La corsa
John L. Parker
Ultra Novel, Lit edizioni 
2013

(Titolo originale: 'Once a runner', edito negli Stati Uniti nel 1978!)

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