Perché

A me piace leggere, scrivere e correre. Ultimamente riesco a scrivere solo racconti o considerazioni legate alla corsa. E cerco di scovare racconti o romanzi legati in qualche modo alla corsa. E, appena posso, corro. Speriamo non sia grave.

domenica 25 marzo 2012

5. Firenze – Fiesole (leccandosi anche le dita)


Asfalto / saliscendi / circa 13 km (giro)

La pubblicità di certe patatine dice che sono così buone che se non ti lecchi le dita, godi solo a metà... tralasciando la credibilità dell’affermazione, teniamola da parte.
Stamani, non avendo un obbiettivo specifico, perché non andiamo a Fiesole? ha buttato lì Ema. Saranno stati un paio di anni che non ci andavamo, da quando abbiamo partecipato a una Firenze-Fiesole-Firenze, quindi ho accettato con entusiasmo. Noi siamo partiti da Piazza Ferrucci come al solito però il giro che abbiamo fatto e che voglio descrivere può avere come partenza un qualunque punto di Firenze.

Per comodità prenderò come punto di partenza proprio la chiusura del circuito, ossia lo spiazzo con una sorta di rotonda dove via Lungo l’Affrico sembra terminare (in realtà ho scoperto che prosegue dritta) e da dove partono via del Salviatino sulla destra e viale Righi sulla sinistra.

Abbiamo optato per salire da Via del Salviatino: più breve ma più impegnativa, ho sentenziato.
















Effettivamente si comincia a salire con pendenza costante e i primi due tornanti ti fanno credere di stare affrontando una salita seria ma lo strappo prima del bivio per le Cave di Maiano, dove prendiamo a sinistra per via Benedetto da Maiano, ci fa intuire che il meglio deve ancora arrivare.




Un po’ di saliscendi ci ha credere a più riprese di essere quasi arrivati fino a che non spuntiamo sulla strada principale all’altezza di un largo tornante, che io ricordo solo per un cartellone che indica un Hotel Bellavista (che non ho mai saputo dove fosse esattamente).










Si continua a salire per via Angelico e dopo qualche largo curvone si arriva, dopo l’ultimo strappetto in piazza Mino da Fiesole, dove si può usufruire pure di una fontanella












Se qualcuno a questo punto dicesse: siamo arrivati a Fiesole, quindi si può anche tornare a casa, incorrerebbe nell’errore deprecato dalla pubblicità che citavo all’inizio: godrebbe solo a metà...
Sì, perché Fiesole non è finita qui, e guarda caso è tutta in salita: per dire che siamo stati a Fiesole bisogna almeno arrivarne alla fine. Quindi si prosegue senza mai lasciare la via principale (via Matteotti), si oltrepassa la Casa del Popolo con l’ingresso graffitato con un finto Keith Haring, si ignora un’indicazione per Monte Ceceri, la strada cambia nome in Via Ferrucci.
Finalmente si esce da Fiesole: il panorama sulla valle e sulle colline sul lato opposto a Firenze è mozzafiato, è valsa la pena: adesso il godimento è completo. Potremmo tornare indietro ma per mettere un punto fermo proseguiamo fino al bivio per il Castello di Vincigliata: sarà oggetto di una descrizione a parte, perché se la merita.
Per stavolta torniamo indietro per la stessa via e quando sotto Fiesole vedremo il cartellone dell’hotel Bellavista proseguiremo sulla strada principale percorrendo tutto il tornante. Adesso si possono lasciare andare le gambe scendere e immaginarsi di poter correre rapidi e con facilità. La discesa finirà però prima o poi... anche per adesso ce n’è: arriviamo a San Domenico, proseguiamo sempre sciolti (la strada è divenuta Via di San Domenico) fino a arrivare a Piazza Edison, dove sulla sinistra prendiamo Viale Righi.  La discesa è finita e di lì a poco raggiungiamo il punto di partenza.
È stato davvero un bel giro. La prossima volta, quando ci saremo scordati quanto è dura la salita, proseguiremo il giro scendendo da Vincigliata...

1 commento:

  1. In bici la faccio spesso anch'io.
    Sensazioni fantastiche. Panorami stupendi!
    Bravi.
    L'(intruso) ciclista

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