Perché

A me piace leggere, scrivere e correre. Ultimamente riesco a scrivere solo racconti o considerazioni legate alla corsa. E cerco di scovare racconti o romanzi legati in qualche modo alla corsa. E, appena posso, corro. Speriamo non sia grave.

domenica 22 luglio 2012

8. Le Casine, Sant’Ilario, Vigliano, Mazzetta

Asfalto / saliscendi (230m dislivello) / circa 8 km (giro)

In attesa di proseguire le perlustrazioni intorno a Poggio Valicaia, volevo condividere alcuni percorsi che sono solito utilizzare in estate.
Si estendono su un’area contigua, tra Lastra a Signa e la Ginestra, che ha in comune con le colline di Scandicci l’adiacente bosco della Roveta. Comincerò dal circuito più breve che però ha la sua bella discesa e salita (230m di dislivello).
In realtà io mi immetto su questo circuito da un cinquecento metri (il che mi permette di allungarlo di un chilometro) comunque mi limiterò al circuito base cominciando da dove lo attacco io.
Procedo in senso orario perché preferisco la discesa regolare e quasi continua verso Sant’Ilario e i tre tratti di salita assai probante, intervallati da discesa o tratti in piana, piuttosto che viceversa ma niente vieta di provarlo anche al contrario.
Dalle Casine (per quelli che abitano nei dintorni si chiamano così ma non sono neppure una frazione e non c’è scritto alcun toponimo) non si gira a sinistra verso la Lastra ma si tira dritto su via di San Romolo, in leggera salita, verso il frantoio (gruppo di case riconoscibile da un torrino) da dove comincia una leggera discesa sulla cresta della collina fino a una contrada (sterrata), Via di Valle Pulci (se si vuole accorciare nettamente il giro la si può prendere ci porterà sulla via del ritorno, subito dopo la prima salitona).
Da qui comincia la discesa, prima decisa che affronto sempre con attenzione mettendomi in assetto da discesa (bacino più basso, busto in avanti, passo più lungo e appoggio sulla pianta e non sul tallone. Colle Vento, leggo fuori da un casolare, poi, passato un tratto nel bosco in cui devo far attenzione alle radici che sporgono dall’asfalto, circondo una villetta da cui mi segue sempre un pastore tedesco usualmente abbaiante.










La discesa prosegue senza tema fino a Sant’Ilario (si tenga sempre la destra sulla strada principale, la prima a sinistra porta all’Ipercoop di Lastra a Signa, mentre poi un passaggio sotto la superstrada ci porterebbe alla via Pisana, all’altezza della Capannuccia, poco lontano dall’uscita della FI-PI-LI per Lastra a Signa).
Seguendo l’indicazione per i vivai Belfiore si comincia a risalire per via di Valle Pulci paralleli alla superstrada FI-PI-LI. Si supera la deviazione a sinistra per i vivai (che però meritano una visita: sono specializzati in piante da frutta storiche, in estate organizzano annche delle fiere) Non vi spaventate: c’è poco meno di chilometro piuttosto duro, lungo il quale ho imparato a memoria molti dettagli, dalla splendida torre medievale sulla destra, al rudere con vista tangenziale sulla sinistra, il riflesso sulla superficie del laghetto artificiale è odioso verso il tramonto, varie casette rimesse, un casolare la cui vigna si stende dalla parte opposta della strada: nei periodi di lavoro intenso stendono un sentiero di cerchi di paglia su cui far transitare il trattore per non rovinare l’asfalto. Quando la strada sparisce in alto davanti a voi, significa che la salita (la prima) è quasi finita.
Si riprende fiato per qualche centinaia di metri poi si sale un altro po’ fino a che si vede sulla sinistra spuntare una sterrata (è quella che avevamo visto poco dopo il frantoio, e capirete chiaramente che cosa vi avrebbe fatto perdere).
Siamo tangenti alla superstrada, tanto da poterci saltar dentro (io mi figuro sempre appuntamenti sospetti con scambi tra chi si sofferma di lato in superstrada e chi attende oltre un basso muretto su via di Valle), ma mentre quella prosegue sul  viadotto, la nostra via ci porta decisamente in basso.
Mi riposo lasciando correre per quanto possibile le gambe. Aggiro la base di un pilastro del viadotto per risalire lentamente fino a Vigliano. Di solito quando sto facendo gli ultimi metri della breve ma rampante salita, oltre la staccionata di legno, un cavallo che mi guarda pacifico ma stupito.
Mi immetto su via delle Fonti girando a destra. Stavolta la superstrada corre in basso alla nostra destra. 




Dopo un tratto abbastanza in piano si prende il primo ponticino e si riattraversa la superstrada e poi si segue la strada tenendo la sinistra (a destra indica Naiale, deve portare dove un tempo c’era una fonte, estinta grazie alla superstrada, ma non ho mai indagato oltre). 





Qui c’è l’ultimo tratto di salita, si tratta di soli trecento metri (vi giro che non credevo a Google Earth!) ma di strada dritta con pendenza costante, inesorabile (trentacinque metri di dislivello in 260m: circa il 13% di pendenza).
Quando si scollina siamo alla villa di Mazzetta, quel che resta di salita mi pare un sollievo e arrivo alle Casine in un battibaleno.















In totale, si scende per 236m e poi si risalgono tutti, anzi, considerando la discesa sotto il viadotto, se ne salgono pure di più nel secondo tratto. Purtroppo non è equilibrato dato che prima si scende e poi si sale, però è un giro che mi piace sempre fare di tanto in tanto. 

Nessun commento:

Posta un commento